trascrizione di area urbana, approfondimento


 

Not. P. Di Maria, 22.01.2002:

 

Ringrazio tutti i colleghi per aver risposto al quesito sulla trascrizione dell'area urbana.

 

Trascriverò l'atto come terreno "T", perché altrimenti la voltura non verrà fatta, perché, come è stato fatto notare da alcuni, l'ente urbano non ha intestazione, e quindi la voltura non può essere fatta. L'area urbana invece ha una intestazione

 


 

Not. Lorenzo Turturici:

 

La questione necessita di ulteriore approfondimento .

 

Si tratta di due casi distinti :

1.      l'area urbana è di proprietà esclusiva  ed intestata al Catasto dei Fabbricati ad un soggetto ( o a più soggetti pro quota );

2.      l'area su cui insiste un fabbricato è stato con lo stesso trasferita al Catasto dei Fabbricati ed al Catasto Terreni figura appunto come ente urbano senza alcuna intestazione ( la c.d. partita 1 , quando esistevano ancora le partite catastali ).

 

Nel primo caso nella prima riga del Quadro B della nota di trascrizione nella casella CAT. si scrive "U" e quindi la natura da ricercare nelle istruzioni per la compilazione della nota SOGEI - versione 3 . 4 è quella degli immobili urbani ( Vedi " Immobili a destinazione particolare " EU " ENTE URBANO ) .

Con questa procedura la voltura dalla nota di trascrizione riesce perfettamente  ( mi sono capitati diversi casi  ed è andato benissimo ) .

 

Nel secondo caso il c. d. ENTE URBANO del Catasto Terreni ( appunto perché non intestato ) nè si trascrive nè si voltura .

 


 

 Not. Giandomenico Putortì:

 

E'  quanto avevo sostenuto nella risposta al quesito al collega Dimaria del 16 u.s.

 

Pensavo che la questione vertesse esclusivamente su un immobile già accatastato all'Urbano, poichè è chiaro che qualora si tratti di una particella del Catasto Terreni, la soluzione è diversa. 

 

In questo secondo caso la questione non si dovrebbe neppure porre, in quanto si tratterà di una particella che, già riportata nel Catasto dei Terreni, a seguito di costruzione di fabbricato e conseguente "denuncia di cambiamento" (almeno una volta si chiamava così), rimane sì in mappa - classificata come EU - ma senza intestati e, mi sembra, senza indicazione di superficie.

 

Una inclusione di tale particella nell'oggetto del contratto sarebbe peraltro impropria ed inutile, e, naturalmente, innocua.

 

 


 

Not. Gea Arcella:

 

Posso insinuare un dubbio sugli Enti Urbani?

 

E' vero che la particella così censita al N.C.T. dovrebbe essere stata trasferita al Catasto fabbricati e quindi ai terreni non ha intestatari, ma non sempre è così e nelle more del trasferimento da un Catasto all'altro, che non sempre avviene automaticamente, dovrebbe ben essere possibile per il legittimo proprietario poterne disporre, in questo caso la voltura darà esito negativo, ma la nota è perfettamente trascrivibile ed il bene identificabile.

 

La descrizione dell'E.U. almeno nel luogo dove opero riporta sempre l'estensione del terreno e personalmente trovo che nella vendita di case isolate o di villette a schiera questa indicazione relativa alla consistenza del terreno non è del tutto inutile.

 

Ma soprattutto nelle concessioni di ipoteca non credete che tale indicazione anche nella nota  sia opportuna?

 

Io mi sono sempre chiesta questo: per i condomini, in caso di rovina dell'edificio esistono norme specifiche sulla ricostruzione e sulla proprietà comune del terreno su cui fu eretto il fabbricato (art.1128, c.c.), ma nel caso dell'abitazione isolata con annesso scoperto pertinenziale la cui esatta estensione è ricavabile solo dalla particella E.U. del catasto terreni, e tenendo presente la norma che prevede la concessione dell'ipoteca anche sul nudo suolo separatamente dall'edificio e viceversa, non pensate che sia opportuno indicare nella nota di iscrizione entrambi i dati catastali, sia quello del N.C.T. che quello del N.C.E.U.?

 

D'altronde ora che gli unici dati rilevanti ai fini della pubblicità costitutiva sono quelli catastali, a nulla servirebbe aver indicato nel titolo che è soggetto ad ipoteca anche il terreno su cui è eretto il fabbricato ed il cui scoperto costituisce pertinenza dell'abitazione quando questo non sia stato debitamente descritto nella nota meccanizzata con i suoi estremi catastali.

 


 

Not. Maria Benedetta Pancera:

 

Sono perfettamente d'accordo con te, eppure come spesso accade ultimamente (specialmente con interlocutore Sogei), il diritto soccombe di fronte all'informatica.

 

A Udine non è più possibile (da quando è stata introdotta la nota voltura, mentre prima lo facevo sempre) inserire nel quadro B della nota il terreno quando si tratta di Ente Urbano.

 

Io lo indico sempre nel quadro D .... per quello che vale.

 


 

Not. Lorenzo Turturici:

 

L'osservazione  di Gea Arcella è pertinente ; tuttavia anche in questi casi occorre una distinzione .

 

Se è stato predisposto il tipo mappale, ma l'immobile non è stato  ancora iscritto al Catasto dei Fabbricati sarebbe opportuno, quando si tratta di atto di trasferimento, o aspettare l'iscrizione alla stesso che avviene rapidamente, credo appena il tecnico presenta il suddetto tipo, oppure indicare nell'atto i dati catastali risultanti al Catasto Terreni  (diversamente si trasferisce un  immobile che catastalmente non è intestato); quando si tratta di mutuo è meglio dire:" fabbricato  composto........ insistente su area censita a Catasto Terreni ........ ( o frasi simili ) e iscrivere l'ipoteca con tali dati catastali .

 

Se si tratta di immobile già iscritto al Catasto dei Fabbricati , nella descrizione dell'immobile è sufficiente scrivere: "fabbricato edificato in mappa a Catasto Terreni al Foglio........ particella di are ...... e censito al catasto dei Fabbricati al Foglio .....mappale...., senza ulteriori specificazioni .

 


 

Not. Giandomenico Putortì:

 

Tutti i "modus operandi" descritti dai colleghi sono perfettamente legittimi e denotano comunque lo scrupolo del notariato in genere nell'attribuire la massima efficacia e completezza alla pubblicità immobiliare che segue la stipula di un atto notarile.

 

Tuttavia, ferma restando l'utilità di una indicazione di tutti i dati in nostro possesso nel Quadro "D", ai fini di una più agevole identificazione dell'immobile (tutti noi sappiamo quanto cio' sia di aiuto nell'espletamento delle visure ipotecarie) e fermo restando il dubbio circa la reale efficacia (dichiarativa, costitutiva nel caso di iscrizioni, o "notizia") del contenuto del quadro "D", vorrei proseguire il dibattito sul piano squisitamente tecnico, pur non essendo un esperto di procedure catastali, nè avendo la presunzione di trattare "ex professo" della pubblicità ipotecaria.

 

La "querelle" in materia di trascrizione dell'area urbana (riportata in Catasto Fabbricati) nel quadro "B" mi sembra giunta ad una ragionevole conclusione, perfettamente esposta dal collega Turturici.

 

Gea Arcella ha poi introdotto l'argomento relativo all'eventuale indicazione dei dati catastali del terreno nel titolo e, conseguentemente, nella nota di trascrizione ( o iscrizione), nell'ipotesi che sul terreno medesimo sia stato costruito un fabbricato, seppure ancora in corso di costruzione. Ciò è naturalmente possibile, riportando i dati del terreno tra gli estremi precedenti dell'immobile, ma non vedo la possibilità di indicarli come "E.U.", dal momento che l'EU indica una vecchia particella del terreni, stralciata in seguito all'accatastamento del fabbricato e ribadisco, almeno dalle mie parti, senza superficie ed intestati.

 

La possibilità di una ritardata introduzione dell'identificativo catastale del fabbricato nel Catasto Urbano, dall'introduzione del sistema DOCFA, è ormai ipotesi del tutto residuale, e dunque si possono verificare, nella stragrande maggioranza dei casi due ipotesi: 

1)      il fabbricato è stato denunziato al C.U., con la produzione del tipo mappale, anche in corso di costruzione;

2)      il fabbricato, pur se esistente allo stato rustico, non è stato ancora denunziato all'Urbano.

 

Nel caso sub 2) "nulla quaestio"; il fabbricato ancora non esiste catastalmente e dunque, ai sensi dell'art.2826 del c.c., andranno indicati i dati catastali del suolo su cui insiste, che sicuramente non avrà l'indicazione E.U. ma, al limite, qualora si tratti di vecchio fabbricato, accertato in sede di formazione del Catasto, ovvero di rudere o area di risulta, avrà l'indicazione di F.U. (Fabbricato da accertare all'urbano).

 

Nel caso sub 1), invece la situazione può consistere in un accatastamento all'urbano in corso di costruzione, ed allora si trascriverà usando la "C" di fabbricato in corso di costruzione (senza dati censuari e classamento), oppure in una ritardata introduzione della scheda di accatastamento, ed allora si dovrà citare il numero di protocollo della scheda,  l'anno e, tra gli estremi precedenti, i dati delle particelle del catasto terreni sul quale sorge il fabbricato le quali, ancora una volta, non potranno recare l'indicazione E.U..